Per ossa forti e resistenti è necessaria la vitamina D: da cosa si ottiene? Come evitare una sua carenza?
Una delle funzioni principali della vitamina D è nel processo di assorbimento di calcio e fosforo. Queste due sostanze, e quindi anche la vitamina D, servono per lo sviluppo e il mantenimento del tessuto osseo. Livelli adeguati garantiscono alle ossa forza e resistenza, mentre una carenza di vitamina D può predisporre a fragilità ossea, ma anche a condizioni più serie che possono colpire lo scheletro, come l’osteoporosi. Le persone anziane e le donne in menopausa, in particolare, possono incorrere in una carenza di vitamina D, a causa di una minore efficienza dell’organismo e al calo degli estrogeni, con conseguenze negative per le ossa.
Integratore
Vitamina D3 IBSA
L’Integratore Vitamina D3 IBSA contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e alla salute delle ossa, permettendo il corretto assorbimento del calcio.
Vitamina D e ossa: l’importanza per la salute delle donne
La vitamina D, una sostanza sintetizzata dalla pelle grazie al sole e assunta in minima quantità da alcuni alimenti, ha un ruolo fondamentale nello sviluppo delle ossa e nei processi di rinnovamento dei tessuti che le costituiscono.
Le ossa, che formano lo scheletro, sono l’impalcatura che sostiene il corpo, e, nonostante tutte siano caratterizzate da una particolare durezza e una forte resistenza agli stimoli meccanici, possono avere forme, dimensioni e densità molto varie fra loro.
Un adeguato apporto di vitamina D è fondamentale per la salute dello scheletro e dei denti. Con l’età, e, per le donne in particolare, con la menopausa, i cambiamenti dell’organismo comportano una minore capacità di assorbimento di vitamina D e quindi una maggiore predisposizione a osteoporosi e fratture se non ci si assicura di assumere questa sostanza in quantità sufficienti.
Le ossa: come sono fatte, come si formano e cosa succede se non sono in salute
Le ossa sono composte da tessuto osseo, a sua volta formato da tre componenti: una organica, ovvero la matrice ossea, costituita principalmente da fibre proteiche come il collagene; una componente minerale, che contiene principalmente cristalli di sali di fosforo e calcio e che rende questo tessuto diverso da tutti gli altri presenti nel corpo umano; infine, una cellulare, rappresentata da tre tipi di cellule:
- osteoblasti: producono tessuto osseo e sono fondamentali per il processo di mineralizzazione ossea, ovvero la fissazione dei minerali nella matrice ossea
- osteoclasti: responsabili della distruzione e del riassorbimento del tessuto osseo
- osteociti: partecipano al rimodellamento dell’osso in risposta a stimoli di varia natura
Le ossa sono infine ricoperte da una sottile membrana protettiva, nella quale si trovano i nervi sensibili al dolore.
Il tessuto osseo è poi sottoposto costantemente a un processo continuo di distruzione e riparazione, detto rimodellamento osseo: il tessuto più vecchio viene distrutto e rimosso (riassorbimento) e sostituito gradualmente da tessuto nuovo (osteogenesi).
Nei bambini, e nei giovani fino a circa 20 anni, in fase di crescita, le ossa aumentano di dimensione e diventano più robuste: in questo periodo, la formazione del nuovo tessuto osseo prevale sul riassorbimento. Nei successivi 5-10 anni si ha una fase di consolidamento, in cui si raggiunge il picco della massa ossea.
In condizioni di normalità, il processo di rimodellamento continua regolarmente fino a 65 anni circa negli uomini e alla menopausa nelle donne.
Da quel momento in poi, però, il rimodellamento diventa via via meno efficiente, e il riassorbimento prevale rispetto alla formazione di nuovo tessuto osseo: le ossa vanno incontro a una diminuzione della concentrazione di minerali e la massa ossea si riduce. Se la perdita del contenuto di minerali nelle ossa è troppo consistente si manifesta l’osteoporosi, che rende le ossa deboli e fragili, aumentando il rischio di fratture.
Il ruolo della vitamina D per le ossa
Con il termine generico di vitamina D si indica un gruppo di molecole che svolgono un ruolo fondamentale per la salute dell’organismo: aiutano a mantenere nella norma i livelli di calcio nel sangue e contribuiscono all’assorbimento intestinale del calcio e del fosforo, processo nel quale la vitamina D gioca un ruolo fondamentale.
Oltre ad essere fondamentale per lo sviluppo e il mantenimento in salute di ossa e denti, la vitamina D entra poi in gioco in molti altri processi biologici, tra cui il funzionamento del sistema immunitario.
La sintesi della vitamina D avviene nella pelle, grazie all’esposizione al sole: i raggi solari ne sono la principale fonte, perché innescano una reazione chimica trasformando un precursore presente nelle cellule della pelle in vitamina D3.
La vitamina D3 prodotta in questo processo, al pari della forma esogena introdotta con l’alimentazione e assorbita nell’intestino, non è attiva e non può quindi esercitare la propria azione biologica. Attraverso la circolazione sanguigna viene trasportata da proteine specifiche nel fegato prima e nel rene poi, dove viene attivata grazie all’azione di enzimi. La forma biologicamente attiva è in grado di legarsi a specifici recettori presenti sulla superficie delle cellule di diversi tessuti e organi, agendo di fatto come un ormone e regolando diverse funzioni biologiche.
In caso di carenza di vitamina D, una condizione chiamata anche ipovitaminosi, l’organismo assorbe una quantità inferiore di calcio e di fosforo, che possono risultare insufficienti per mantenere le ossa in salute e per assicurare il corretto svolgimento dei processi nei quali la vitamina D è coinvolta, come il normale funzionamento del sistema immunitario.
La situazione contraria, cioè l’eccesso di vitamina D, è piuttosto rara, perché è difficile assumerne quantità eccessive con la dieta, dal momento che gli alimenti ne contengono generalmente piccole quantità. Anche l’esposizione al sole non causa ipervitaminosi, perché l’organismo è in grado di regolare la sintesi della vitamina D da parte della pelle.
Bisogna però prestare attenzione al dosaggio della supplementazione: l’eccesso di vitamina D può provocare sintomi da intossicazione come vomito, diarrea, contrazioni e dolori muscolari.
Integratore
Vitamina D3 IBSA
L’Integratore Vitamina D3 IBSA contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e alla salute delle ossa, permettendo il corretto assorbimento del calcio.
Vitamina D e salute femminile
Per la donna l’apporto di calcio e vitamina D è importante per la salute delle ossa, soprattutto in alcune fasi della vita.
La menopausa, in particolare, è un periodo in cui la donna può essere maggiormente esposta a un aumento del rischio di fratture. Infatti, se da un lato l’incidenza di fratture dovute alla fragilità delle ossa aumenta con l’età perché diminuisce la capacità di assorbimento della vitamina D da parte dell’organismo, dall’altro lato nelle donne, con la menopausa, si aggiunge anche un calo degli estrogeni, ormoni fondamentali per l’assorbimento di calcio e fosforo.
Come integrare la vitamina D e proteggere le ossa
La normale esposizione al sole e un’alimentazione sana, ricca di alimenti che contengono vitamina D, sono in generale sufficienti per soddisfare il fabbisogno giornaliero negli adulti.
Possono tuttavia presentarsi delle condizioni che portano a una minor produzione di vitamina D e quindi a una sua carenza. Per esempio, le persone anziane, i pazienti ricoverati per lunghi periodi di tempo, gli ospiti delle case di riposo e, in generale, chi non ha la possibilità di trascorrere del tempo all’aperto è maggiormente esposto al rischio di una carenza di vitamina D.
Esistono poi situazioni particolari in cui, nonostante un’esposizione al sole adeguata, la vitamina D non viene prodotta in quantità sufficiente: è il caso delle persone con carnagione molto scura (la maggiore presenza di melanina riduce la penetrazione dei raggi solari) e di chi presenta alcuni disturbi epatici e renali che possono interferire con la trasformazione della vitamina D nella forma attiva, mentre alcune malattie croniche, come la fibrosi cistica, la celiachia e il morbo di Crohn, possono diminuirne l’assorbimento.
Per quanto riguarda l’assunzione di vitamina D con la dieta, bisogna ricordare che solo determinati alimenti la contengono. Le fonti alimentari di vitamina D sono essenzialmente di origine animale: l’olio di pesce, e in particolare l’olio di fegato di merluzzo, ma anche il fegato, il salmone e altri prodotti ittici come lo sgombro, l’anguilla, l’aringa e la sardina possono contribuire a un apporto adeguato. Inoltre, il tuorlo dell’uovo, il latte e i suoi derivati, in particolare il burro e i formaggi molto grassi, contengono vitamina D, anche se in quantità più limitata. Altri alimenti che possono contribuire secondariamente al fabbisogno di vitamina D sono i funghi.
In caso di fattori di rischio per l’ipovitaminosi o sintomi sospetti, spesso è sufficiente un prelievo di sangue. Se viene accertata una carenza, si può ricorrere all’integrazione con alimenti arricchiti e integratori di vitamina D, soprattutto negli anziani e nelle donne in menopausa, per evitare di incorrere in osteoporosi e fragilità ossea.
Gli integratori alimentari possono contenere diversi dosaggi di vitamina D, eventualmente associata ad altri ingredienti, sia altre vitamine che sali minerali. Sono disponibili in diverse formulazioni, come gocce orali, capsule molli e film orodispersibili, da sciogliere in bocca.