Si parla molto di carenza di vitamina D e delle problematiche a questa correlata, ma quando è davvero utile assumere integratori di vitamina D? Il ruolo della vitamina D nella prevenzione di molte patologie, ossee e non solo, è da tempo oggetto d’interesse e di studi scientifici, ma non sempre assumere integratori di vitamina D è indicato.

La vitamina D, oltre ad essere una sostanza immunomodulante e necessaria per la contrattilità muscolare, favorisce l’assorbimento del calcio, minerale che si trova soprattutto nelle ossa, e regola i livelli di calcio e fosforo nel sangue. È quindi una sostanza fondamentale per la salute e il benessere delle ossa e di tutto l’organismo.

Questa vitamina, che viene sintetizzata dalla pelle grazie all’esposizione ai raggi del sole, si trova anche in piccole quantità in alcuni alimenti e spesso è aggiunta ad alcuni prodotti alimentari, detti fortificati. Esporsi al sole un tempo sufficiente e seguire una dieta sana ed equilibrata, però, possono non bastare per soddisfare il fabbisogno di vitamina D: in questi casi il medico può suggerire un integratore, che andrà assunto secondo modalità personalizzate.

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Vitamina D3 IBSA

L’Integratore Vitamina D3 IBSA contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e alla salute delle ossa, permettendo il corretto assorbimento del calcio.

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Vitamina D: quando prenderla

Lo stile di vita moderno, per il quale si trascorre gran parte della giornata al chiuso, ha fatto aumentare la carenza di questa sostanza. Si calcola infatti che il 70% circa della popolazione italiana al di sopra dei 65 anni sia sotto il livello minimo di vitamina D e la percentuale non migliora se si considerano bambini e ragazzi: 50-70%. In età avanzata una carenza di vitamina D è dovuta alla minore efficienza con cui questa è prodotta dalla pelle e assorbita a livello intestinale e, se non se ne produce o assume abbastanza, possono esserci conseguenze come una maggiore fragilità ossea. Nei più giovani, invece, una carenza di vitamina D può compromettere il corretto sviluppo e la calcificazione delle ossa, un processo che le rende più forti. La scelta di assumere la vitamina D, però, non dovrebbe essere esclusivamente una decisione autonoma: anche se si tratta di integratori, infatti, è fortemente sconsigliato il fai-da-te.

Per quanto riguarda la vitamina D, non c’è, a livello delle istituzioni scientifiche nazionali e internazionali, omogeneità nell’individuare i livelli sotto i quali si può parlare di carenza o nell’indicare il fabbisogno giornaliero. L’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) fissa quest’ultimo a 10 mg o 400 UI (Unità Internazionali) al giorno per i bambini fra i sette e i dodici mesi e a 12 mg o 600 UI al giorno per gli adulti.

È il medico a stabilire quando va presa la vitamina D e solitamente ciò avviene nei casi in cui:

Nelle linee guida nazionali e internazionali l’integrazione di vitamina D è poi consigliata durante gravidanza e allattamento e per soggetti fragili, come i lungodegenti in ospedale o gli ospiti delle case di riposo, che hanno meno possibilità di trascorrere tempo all’aperto per beneficiare del sole e che spesso si trovano già in condizioni di salute precarie.

La Società Italiana di Pediatria, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale e la Federazione Italiana dei Medici Pediatri prevedono l’integrazione di vitamina D anche durante il primo anno di vita dei bambini, in quanto né l’allattamento al seno né quello con formule artificiali garantirebbero il raggiungimento il fabbisogno.

Infine, anche alcune patologie possono causare una carenza di vitamina D: ad esempio quelle epatiche e renali – la vitamina D subisce infatti delle particolari reazioni nel fegato e nel rene, a seguito delle quali viene attivata – e quelle da malassorbimento, che possono impedirne il corretto assorbimento a livello intestinale.

Come prendere la vitamina D

Anche il modo in cui va presa la vitamina D dipenderà dalle prescrizioni del proprio medico. Di solito viene somministrata per via orale, con l’opzione di vari formati: film orosolubile, pastiglie, soluzioni.

In base alle indicazioni del medico e alla tipologia specifica di integratore che si assume, la vitamina D può essere presa di mattina o di sera. Come accade con altri integratori, però, è meglio assumerla insieme ai pasti, per garantire un miglior assorbimento.

Soprattutto, però, la vitamina D va presa solo quando è necessaria, ovvero, come abbiamo visto, nei casi di una carenza accertata e in altri casi particolari di rischio. Assumere integratori di vitamina D in dosi troppo elevate o quando non serve può infatti avere effetti negativi, che si manifestano con sintomi di un eccesso di vitamina D, come nausea e vomito.

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