Cosa fare e cosa mangiare per introdurre vitamina D
La vitamina D è un ormone che regola molti processi nell’organismo a supporto della salute delle ossa, del sistema immunitario e la forza muscolare. Una carenza di vitamina D può derivare da una scarsa esposizione al sole o da un’alimentazione non completa e, nei casi in cui si riscontri un basso livello di vitamina D, il medico può consigliare di apportare modifiche alle proprie abitudini, alimentari e non, oppure di integrare la vitamina D con prodotti specifici.
Integratore
Vitamina D3 IBSA
L’Integratore Vitamina D3 IBSA contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e alla salute delle ossa, permettendo il corretto assorbimento del calcio.
Le funzioni della vitamina D
La vitamina D, detta anche “vitamina del sole”, viene prodotta principalmente dall’esposizione della pelle ai raggi UVB.
Come abbiamo detto sopra, è importante in molti processi fisiologici. Tra questi, la vitamina D contribuisce a normali livelli di calcio nel sangue e l’assorbimento di calcio e fosforo a livello intestinale. Queste due sostanze sono a loro volta fondamentali per le nostre ossa.
Inoltre, la vitamina D contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario e al mantenimento della normale funzione muscolare.
Quando integrare la vitamina D
Spesso si riscontrano bassi livelli di vitamina D, sia nei giovani e negli adulti che negli anziani. Come sapere quando integrare la vitamina D?
Si calcola che il 50% degli adulti e fino all’86% delle donne sopra i settant’anni presentino livelli di vitamina D insufficienti, il che può influire sulla salute delle ossa, del sistema immunitario e in generale sul benessere di tutto l’organismo.
Nei casi di carenza di vitamina D, come può accadere in gravidanza e in concomitanza con alcune terapie farmacologiche, e, soprattutto, con l’avanzare dell’età, il primo passo è sempre rivolgersi al proprio medico, che valuterà se fare accertamenti e se è necessaria un’integrazione di vitamina D.
Come aumentare la vitamina D in modo naturale
Per aumentare i livelli di vitamina D in modo naturale si può agire su due fronti:
- l’esposizione al sole, che dovrebbe essere di almeno 20 minuti almeno tre volte a settimana con braccia, gambe e viso scoperti;
- l’alimentazione, introducendo nella propria dieta alimenti fortificati o fonti di vitamina D
Per quanto riguarda l’esposizione al sole, ci sono però alcuni accorgimenti da prendere: i raggi solari, infatti, non sono solo gli UVB che permettono la sintesi della vitamina D da parte
della pelle, ma anche gli UVA, che sono invece dannosi. È quindi necessario proteggere la pelle con creme solari adeguate, che però non impediscano ai raggi UVB di penetrare. È
poi anche consigliato evitare di esporsi nelle ore in cui la luce solare è più forte (quelle centrali del giorno), oltre a tenere in considerazione le caratteristiche individuali, per esempio
il fototipo della pelle, ovvero la sua capacità di reagire al sole. La capacità della pelle di sintetizzare vitamina D in seguito all’esposizione ai raggi solari varia infatti anche in base al
colore della pelle, all’età e al peso corporeo e non solo in base alle condizioni atmosferiche (ad esempio la presenza di nuvole o smog).
Come integrare la vitamina D con l’alimentazione
Nonostante la fonte principale di vitamina D, come abbiamo visto, sia il sole, anche L’alimentazione contribuisce a soddisfarne il fabbisogno. Sono pochi gli alimenti che contengono vitamina D, e le quantità che riescono a fornire all’organismo sono comunque ridotte. È però possibile integrare la vitamina D con l’alimentazione aumentando la presenza nella dieta di cibi che la contengono, come:
- pesci grassi (salmone e sgombro)
- olio di fegato di merluzzo
- tuorlo d’uovo
Esistono poi anche alimenti fortificati, ai quali viene aggiunta la vitamina D, come latte o cereali, che possono contribuire a soddisfarne il fabbisogno. In Italia è poco diffusa la pratica
di integrare la vitamina D negli alimenti, mentre è molto più comune nel Nord Europa, il che ha dato luogo al cosiddetto “paradosso scandinavo”, per cui si riscontra una maggiore
carenza di vitamina D nel bacino mediterraneo piuttosto che in Scandinavia, diversamente da quello che si potrebbe pensare sulla base dei vari tipi di clima in queste due zone. Il
motivo è proprio che, nonostante la scarsa illuminazione solare, soprattutto in inverno, in questi posti sono molto più diffusi gli alimenti fortificati e in generale, consci dell’insufficienza
dei raggi del sole, si pone più attenzione per prevenire l’insorgenza di carenze.
Si deve integrare la vitamina D in gravidanza?
In gravidanza adeguati livelli di vitamina D hanno effetti benefici sulla salute del bambino, ma per integrare la vitamina D in gravidanza è fondamentale la prescrizione del medico. In ogni caso, è comunque bene seguire le indicazioni generali sull’esposizione al sole e l’alimentazione.