Vitamina D e calcio lavorano sinergicamente per il benessere del nostro organismo e in particolare per garantire la salute delle ossa. Scopriamo insieme cosa sono, a cosa servono e come integrarli attraverso l’alimentazione.
Integratore
Vitamina D3 IBSA
L’Integratore Vitamina D3 IBSA contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e alla salute delle ossa, permettendo il corretto assorbimento del calcio.
Cos’è e a cosa serve la vitamina D
La vitamina D è una vitamina liposolubile: accumulata a livello del fegato, l’organismo la rilascia a piccole dosi nel circolo sanguigno in caso di bisogno.
Parte attiva nel preservare la salute delle ossa, la vitamina D:
- regola l’assorbimento di alcuni minerali, come calcio, magnesio, zinco e fosforo, a livello intestinale, evitando che si disperdano con le feci e le urine;
- aiuta a mantenere ottimali i livelli di calcio e fosforo, così che venga garantita una corretta mineralizzazione dell’osso;
- contribuisce al normale funzionamento del sistema immunitario.
Esistono due forme di vitamina D:
- la vitamina D3, conosciuta anche come colecalciferolo, sintetizzata dal nostro organismo con l’esposizione della pelle ai raggi solari e presente in alcuni cibi di origine animale;
- la vitamina D2, conosciuta come ergocalciferolo, assunta con i cibi di origine vegetale.
Le funzioni del calcio e il suo rapporto con la vitamina D
Il calcio è uno dei principali minerali che costituiscono il nostro organismo: basti pensare che circa il 99% della sua quantità totale è concentrata nelle ossa, dove si accumula sotto forma di carbonato.
Le ossa svolgono un ruolo molteplice all’interno del nostro organismo:
- sostengono l’intera struttura del corpo umano;
- proteggono gli organi interni da eventuali traumi;
- partecipano alla mobilità;
- operano come sede di riserva di molti minerali.
Una riduzione o indebolimento del tessuto osseo può avere un impatto significativo sulla salute dell’individuo. L’osteoporosi è una patologia che rappresenta un chiaro esempio di questo problema: è associata al deterioramento della quantità e della qualità di minerale nell’osso, rendendo lo scheletro più vulnerabile a fratture, talvolta anche spontanee.
Una delle funzioni principali del calcio è proprio la sua partecipazione allo sviluppo e al mantenimento delle ossa e dei denti, oltre a partecipare parzialmente alla contrazione muscolare e a quella dei vasi sanguigni, alla trasmissione nervosa, alla secrezione ormonale e alla vasodilatazione.
La relazione tra calcio e vitamina D è di importanza cruciale per il nostro corpo. Mentre il calcio fornisce una solida struttura alle ossa, la vitamina D è fondamentale per consentire all’organismo di assorbire il calcio a livello intestinale e di fissarlo nel tessuto osseo.
Una carenza di vitamina D può influire negativamente sulla calcificazione delle ossa, con diverse conseguenze:
- la riduzione dei livelli di fosforo e calcio presenti nel sangue;
- un indebolimento della struttura di ossa e denti;
- dolori muscolari;
- aumento del rischio di fratture;
- debolezza scheletrica.
Cibi ricchi di calcio e vitamina D
Tra gli alimenti che contengono un’elevata quantità di calcio troviamo:
- latticini come il latte fermentato, lo yogurt, la ricotta;
- pesce azzurro e prodotti ittici, come acciughe, polpo, crostacei, calamari, sardine, vongole e cozze;
- le verdure a foglia verde come il cavolo nero, il cavolo cinese, il cavolo cappuccio e i broccoli;
- semi di sesamo e semi di papavero;
- legumi, soprattutto la soia.
Tra gli alimenti che contengono più vitamina D troviamo invece:
- pesci, in particolare quelli grassi, tra cui tonno in scatola, trota, aringa, anguille,cciughe, salmone, sgombro, pesce spada, spigola, pesce gatto e pesce spada;
- ostriche crude, gamberi e caviale;
- l’olio di fegato di merluzzo;
- carne come il fegato di suino, di bovino, di manzo e di pollo e la carne di maiale;
- tuorlo d’uovo;
- funghi, come per le varietà di Prataiolo, Portobello, Spugnola, Shiitake e Champignon;
- cereali integrali;
- frutta secca e semi, in particolari semi di sesamo, girasole e lino;
- alcune verdure a foglia verde come spinaci, cime di rapa, rucola, cavolo riccio, cavolo nero, broccoli, bietole, erbette, cicoria;
- cacao e cioccolato fondente;
- derivati del latte come burro, formaggi grassi, kefir e lo yogurt intero.
Tra i vari metodi di cottura, è preferibile, come nel caso del consumo del pesce, utilizzare quelli più delicati, come quello al vapore, per preservare il contenuto di vitamina D, che altrimenti rischierebbe di diminuirsi con una cottura più drastica.
Integrare la vitamina D quando sole e alimentazione non
bastano
L’80-90% del fabbisogno di vitamina D viene garantito dall’esposizione della pelle ai raggi solari, mentre solo il 10-20% è coperto dall’alimentazione.
Diversi fattori possono limitare l’esposizione: condizioni meteorologiche avverse, impegni quotidiani che ci costringono all’interno, l’abbigliamento coprente o l’uso di creme solari ad
alta protezione, che possono ridurre o impedire la sintesi della vitamina D. Anche alcune condizioni mediche, come l’obesità o certe patologie epatiche, possono portare a una carenza di vitamina D. L’alimentazione contribuisce al fabbisogno, ma talvolta è necessario ricorrere a un supporto mirato sotto forma di integratori alimentari contenenti vitamina D.
Prima di avviare l’integrazione, è consigliabile chiedere il parere del medico, che potrà prevedere approfondimenti, come esami specifici. È bene ricordare che gli integratori non devono sostituire una dieta sana ed equilibrata, né devono essere considerati sostitutivi dell’esposizione al sole. Laddove possibile, è importante cercare di trarre beneficio dai raggi solari attraverso una modifica delle abitudini quotidiane: bastano circa 20 minuti al giorno all’aperto per iniziare a migliorare la nostra salute.