Gli anziani sono spesso a rischio di bassi livelli di vitamina D, che in parte si ottiene con l’alimentazione
La vitamina D, conosciuta anche come la “vitamina del sole”, contribuisce alla salute delle ossa. Gli anziani corrono maggiormente il rischio di bassi livelli di vitamina D a causa della ridotta esposizione al sole e a potenziali carenze nutrizionali. Perché è così importante e come integrarla?
Integratore
Vitamina D3 IBSA
L’Integratore Vitamina D3 IBSA contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e alla salute delle ossa, permettendo il corretto assorbimento del calcio.
Vitamina D negli anziani: perché è così importante?
La vitamina D negli anziani ha un ruolo nel contribuire alla salute delle ossa. Infatti, regola il metabolismo del calcio e del fosforo e mantiene nella norma i livelli di fosforo e calcio nel sangue.
È stata osservata un’associazione tra i bassi livelli di vitamina D e l’osteoporosi: sono circa 10 milioni gli adulti di età superiore ai 50 anni che ne soffrono, di cui l’80% sono donne. Bassi livelli di vitamina D causano un ridotto assorbimento del calcio nell’intestino e questo può determinare:
- l’osteopenia, la riduzione della massa ossea, con ossa più sottili e deboli;
- l’osteoporosi, una malattia sistemica dello scheletro che rende le ossa più fragili aumentando il rischio di frattura.
La vitamina D rappresenta in questi casi un nutriente essenziale necessario per la salute delle ossa, soprattutto nel tentativo di ridurre il rischio di cadute e fratture nella popolazione anziana.
Perché gli anziani sono più a rischio di carenza di vitamina D?
Gli anziani sono a rischio di bassi livelli di vitamina D principalmente a causa di:
- una ridotta esposizione al sole
- possibili carenze nutrizionali
Ben il 90% del fabbisogno giornaliero di vitamina D viene sintetizzato tramite l’esposizione ai raggi solari; on l’avanzare dell’età l’autonomia tende a ridursi e una semplice passeggiata all’esterno può diventare più omplessa. Gli anziani, che trascorrono il proprio tempo prevalentemente all’interno delle mura domestiche, edono ridurre la naturale produzione della vitamina che avviene stando al sole.
Tra i cambiamenti nella quotidianità, ci sono anche quelli legati all’alimentazione. La semplice difficoltà o l’impossibilità di preparare i pasti può determinare carenze nutrizionali.
Considerando che il 10% del fabbisogno giornaliero di vitamina D viene introdotto tramite l’alimentazione, ciò ne può determinare uno scarso apporto.
Alimenti ricchi di vitamina D nell’alimentazione degli anziani
Con l’avanzare dell’età, anche semplici operazioni come fare la spesa o cucinare i pasti possono diventare mpegnative. Alimentarsi, poi, può essere più complesso per difficoltà date da alcune patologie o per il ormale declino delle funzioni del corpo: masticare, deglutire, quanto la digestione e l’evacuazione. Il disagio sicologico, come quello legato alla solitudine può inoltre contribuire a un’alimentazione poco ricca.
Per quel che riguarda l’apporto dalla dieta, gli alimenti più ricchi di vitamina D sono:
- i pesci grassi come olio di fegato di merluzzo, pesce spada e salmone, nella forma di Vitamina D3;
- i funghi esposti ai raggi ultravioletti, come porcino, spugnolo e finferli, nella forma di vitamina D2;
- il fegato;
- il tuorlo dell’uovo;
- tutte le verdure a foglia larga;
- l’avocado.
La vitamina D si trova anche in alimenti fortificati, prodotti a cui viene aggiunta artificialmente, come succhi di frutta o latte.
Se una parte relativamente sostanziosa del fabbisogno di vitamina D viene coperto dall’alimentazione, è pur sempre vero che la maggior parte è garantito dall’esposizione al sole. Trascorrere almeno un quarto d’ora al giorno all’aperto è quanto di meglio si può fare per aiutare l’organismo nella sintesi cutanea della vitamina.
L’integrazione di vitamina D negli anziani
L’inadeguata esposizione alla luce solare o una mancata integrazione nutrizionale impediscono il raggiungimento dei livelli di vitamina necessari per la salute e il benessere dell’organismo. È vero anche che gli anziani riescono a sintetizzare una minor quantità di vitamina D: la produzione di vitamina D a parità di esposizione ai raggi UV, si riduce con l’età. L’integrazione di vitamina D, pertanto, può essere raccomandata per gli anziani.