La vitamina D è una preziosa alleata per la nostra salute. Anche se, di base, la sua importanza è strettamente correlata alla salute delle ossa, essa contribuisce al benessere dell’organismo in maniera diversa a seconda dell’età. Bambini, adulti e anziani, infatti, beneficiano della vitamina D in maniera differente.
Integratore
Vitamina D3 IBSA
L’Integratore Vitamina D3 IBSA contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e alla salute delle ossa, permettendo il corretto assorbimento del calcio.
A cosa serve la vitamina D?
Poiché agisce come regolatore di molte funzioni cellulari e metaboliche ed è protagonista nel fornire il giusto apporto di calcio e fosforo, favorendone l’assorbimento a livello intestinale, la vitamina D è un micronutriente chiave per il benessere delle ossa. Inoltre, aiuta il corretto funzionamento del sistema immunitario per favorire una protezione dell’organismo da infezioni virali. Se da una parte, quindi, sostiene uno sviluppo armonico nei più piccoli, dall’altra aiuta a prevenire le fratture negli anziani e nelle donne dopo la menopausa.
Il dosaggio di vitamina D negli anziani
Secondo la Società Italiana dell’Osteoporosi e del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro il fabbisogno giornaliero di vitamina D per gli anziani è di 2300 UI al giorno, dosaggio che può comunque variare in base all’età, alla massa corporea, all’apporto di calcio. Per valutare lo stato vitaminico di un soggetto e individuare eventualmente una condizione di ipovitaminosi D, si quantifica la presenza di 25-idrossivitamina D attraverso un esame del sangue. Si considerano valori desiderabili quelli compresi tra 15 e 40 ng/mL. Di norma, negli anziani la sua supplementazione viene raccomandata al di là della determinazione dei livelli.
I rischi dell’ipovitaminosi
L’ipovitaminosi – la presenza di insufficienti livelli di vitamina D nell’organismo – è un fenomeno diffuso nel nostro paese, dal momento che riguarda ben il 50% dei giovani e la quasi totalità degli anziani nel periodo invernale (ben l’86% delle donne oltre i 70 anni di età). La causa va ricercata in diversi fattori: primo fra tutti, la minor esposizione delle persone anziane ai raggi solari UVB (la vitamina D è, infatti, la “vitamina del sole” proprio perché viene sintetizzata dal nostro organismo attraverso i raggi solari), la loro ridotta produzione cutanea di vitamina D (a parità di esposizione solare il soggetto anziano ne produce il 30% in meno) ed infine, anche la limitata assunzione di cibi ricchi del prezioso elemento (latte e derivati, ad esempio). Indebolimento osseo, denti più deboli e vulnerabili alle carie, ad esempio, insieme a riduzione della forza muscolare e dolori diffusi, sono tra i rischi più comuni dell’ipovitaminosi. Inoltre, sono stati riscontrati bassi livelli di vitamina D in soggetti con malattie degenerative quali l’Alzheimer e il Parkinson.