In che modo la vitamina D influisce sulla crescita del bambino e quanta ne serve?

La vitamina D influisce sullo sviluppo del bambino, dalla nascita fino al periodo dell’adolescenza: continuerà a essere importante nella sua vita adulta per molti fattori. La vitamina D viene sintetizzata principalmente attraverso l’esposizione alla luce solare, mentre in parte si assume con l’alimentazione. Come assicurarsi che sia abbastanza?

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L’Integratore Vitamina D3 IBSA contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e alla salute delle ossa, permettendo il corretto assorbimento del calcio.

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La vitamina D nei bambini

La vitamina D permette la crescita della struttura ossea già a partire dalla gestazione. Contribuisce al metabolismo del calcio e del fosforo e stimola lo sviluppo osseo: di conseguenza, un buon apporto di vitamina D durante l’infanzia e l’adolescenza permette alle ossa di crescere in maniera solida e di funzionare pienamente, riducendo il rischio di fragilità ossea.

Stando alle ultime indicazioni fornite dalla Società Italiana di Nutrizione Umana, in linea con quanto affermato dalle altre organizzazioni sanitarie e scientifiche internazionali, il fabbisogno giornaliero di vitamina D per i bambini è pari alle 400 UI (Unità Internazionali) al di sotto dei 12 mesi di età e stabile sulle 600 UI per le fasce di età seguenti.

Attualmente, si stima che la carenza di vitamina D interessi tra il 50 e il 70% dei bambini italiani, con picchi massimi che riguardano l’età neonatale e l’adolescenza. In età adolescenziale, lo scenario vede coinvolti 8 ragazzi su 10: la causa risiede, tra le altre, nello spostamento di molte attività (incluse quelle ludiche e ricreative) negli spazi al chiuso. È tramite l’esposizione ai raggi solari, infatti, che la pelle sintetizza gran parte della vitamina di cui i bambini e gli adulti hanno bisogno. Stare alla luce solare appena 15-20 minuti al giorno o almeno tre volte la settimana permette di produrre la quantità di vitamina D di cui l’organismo necessita per il mantenimento del suo benessere generale.

Non sempre, però, la quantità di vitamina D risulta adeguata e ciò può dipendere da molteplici fattori, come:

Se l’esposizione solare fornisce la maggior parte della vitamina D necessaria, una piccola parte del suo fabbisogno viene garantita dall’alimentazione.

Dieta e vitamina D: quali cibi dare ai bambini?

Le fonti alimentari di vitamina D sono varie e non sarà difficile trovare i cibi giusti che piacciano anche ai bambini. Il latte, nonostante nell’immaginario comune sia ricco di vitamina D, in realtà non tra gli alimenti che ne contiene di più.

Sono ottime fonti di vitamina D per i bambini:

Altri alimenti con un contenuto inferiore di vitamina D ma ugualmente importanti sono:

Esistono inoltre in commercio alimenti fortificati, ai quali viene aggiunta una certa quantità di vitamina D. Si tratta di prodotti nati in passato per contrastare il rachitismo nei bambini, ma che oggi possono essere una valida fonte della vitamina. Tra questi si possono trovare il latte, delle bevande vegetali, cereali per la colazione e succhi di frutta.

Integratori di vitamina D per i bambini: quando servono?

A raccomandare l’integrazione di vitamina D nei bambini deve essere il pediatra: non è consigliato avviare una somministrazione che non tenga conto dell’età o delle esigenze specifiche della persona. In generale, le linee guida indicano il fabbisogno giornaliero in base alla fase della vita in cui si trova il bambino e suggeriscono l’assunzione per casi particolari di carenza o se sono presenti fattori di rischio. È bene, perciò, non dare per scontato che tutti i bambini abbiano bisogno di integrare la vitamina D.

La supplementazione di vitamina D nei bambini in età scolare e negli adolescenti può rendersi necessaria in base a fattori come l’alimentazione e l’esposizione al sole, che in alcuni casi non forniscono le quantità necessarie di vitamina D. È probabile che venga suggerito di integrarla possibilmente fino alla fine dello scatto di crescita puberale.

Con i più piccoli, invece, linee guida internazionali consigliano una supplementazione di vitamina D con un dosaggio tra le 600 e le 1200 UI e prevedono:

Il latte materno, poi, contiene bassi livelli di vitamina D, pertanto la supplementazione è da considerarsi essenziale quando è in corso l’allattamento al seno, specialmente se esclusivo.
In questo caso, secondo le indicazioni nazionali e internazionali, il fabbisogno per i neonati si aggira sulle 400 UI di vitamina D al giorno.

Se la dieta è adeguata e l’esposizione solare è sufficiente, i problemi di carenza di vitamina D nei bambini dovrebbero essere minimizzati. Tuttavia, è sempre importante sottolineare che solo con gli esami del sangue e con il supporto del pediatra si possono valutare i livelli di vitamina D e prendere delle decisioni. Non si dovrebbe mai tentare, inoltre, di interpretare i risultati ed è buona cosa ricordare che ogni bambino è diverso, quindi meglio evitare di basarsi sulle situazioni di altri che ci sembrano simili, poiché le esigenze di ciascun individuo possono variare significativamente.

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