Un eccesso di vitamina D può causare sintomi di intossicazione, come vomito e nausea, e si verifica quando i livelli di questa sostanza sono troppo elevati
La vitamina D è una sostanza fondamentale per molti processi dell’organismo: favorisce l’assorbimento del calcio e del fosforo, mantenendo ossa e denti in salute, e supporta il normale funzionamento del sistema immunitario. Una sua carenza può avere conseguenze serie sulla salute, ma anche un eccesso di vitamina D, detto ipervitaminosi, può essere dannoso. La causa non è mai un’eccessiva esposizione al sole – che può avere altre conseguenze negative – e dipende raramente anche dall’alimentazione, le fonti alimentari di vitamina D del resto non sono molte. Più frequentemente è dovuta a un uso non corretto degli integratori.
Integratore
Vitamina D3 IBSA
L’Integratore Vitamina D3 IBSA contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e alla salute delle ossa, permettendo il corretto assorbimento del calcio.
Ipervitaminosi da vitamina D: cosa significa?
L’ipervitaminosi da vitamina D, ovvero il suo eccesso, è una condizione abbastanza rara, ma che può avere conseguenze negative sul funzionamento dell’organismo e sulla salute in generale.
Un eccesso di vitamina D si verifica perché questa è una vitamina liposolubile. Ciò significa che viene immagazzinata nell’organismo e rilasciata quando questo ne ha bisogno. Non è quindi necessario che il corpo la assuma o la sintetizzi costantemente, come invece accade per le vitamine idrosolubili, che se non utilizzate, vengono espulse.
Quali sono i casi in cui si verifica un eccesso di vitamina D e quali ripercussioni può avere sulla salute?
Le cause di un eccesso di vitamina D
L’eccesso di vitamina D, o ipervitaminosi, è una condizione che si verifica quando questa è presente in quantità eccessiva nell’organismo. Solitamente le vitamine assunte in dosi superiori al fabbisogno vengono eliminate attraverso le urine. La vitamina D, però, come altre sostanze liposolubili, viene accumulata nel fegato e rilasciata in piccole dosi in base ai bisogni dell’organismo. Se viene assunta più vitamina D di quella necessaria, i suoi livelli aumentano e si può verificare uno stato di intossicazione.
La vitamina D è disponibile per l’organismo in due forme: D2 o ergocalciferolo, contenuta in piccole quantità in alcuni alimenti, e D3 o colecalciferolo, sintetizzata dalla pelle grazie all’esposizione alla luce solare.
L’esposizione al sole, per quanto protratta, non porta a ipervitaminosi, perché l’organismo è in grado di regolare la quantità di vitamina D sintetizzata dalla pelle in seguito all’esposizione ai raggi UVB del sole. Lo stesso vale per la dieta, visto che gli alimenti che contengono vitamina D, anche quelli fortificati, ne apportano quantità piccole.
Nella maggior parte dei casi la causa di vitamina D alta è da ricercare nell’assunzione prolungata e/o eccessiva di integratori che la contengono. Per quanto sia raro incorrere in un eccesso di vitamina D, è necessario fare attenzione perché questa condizione può essere dannosa per il benessere dell’organismo.
Eccesso di vitamina D: i sintomi
L’ipervitaminosi da vitamina D non è una condizione comune, e riguarda soprattutto chi assume per lungo tempo o in quantità non adeguata integratori che la contengono senza attenersi alle prescrizioni mediche e senza i dovuti controlli periodici.
In questi casi i primi sintomi che si osservano sono perdita dell’appetito, nausea e vomito. Possono essere collegati fra loro anche eccesso di vitamina D e prurito, maggiore nervosismo e bisogno di urinare spesso. Gli effetti della tossicità di questa vitamina possono protrarsi per qualche mese, perché per le sue caratteristiche viene immagazzinata nell’organismo.
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Vitamina D3 IBSA
L’Integratore Vitamina D3 IBSA contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e alla salute delle ossa, permettendo il corretto assorbimento del calcio.
Cosa provoca un eccesso di vitamina D?
Livelli troppo elevati di vitamina D per un lungo periodo possono causare un’intossicazione da vitamina D, e, di conseguenza, un livello troppo alto di calcio nel sangue. La vitamina D, infatti, è responsabile dell’assorbimento di questo sale minerale.
Un eccesso di vitamina D può quindi provocare alterazioni nel processo di rimodellamento delle ossa (un processo ciclico che permette il rinnovarsi di questo tessuto) e un maggiore assorbimento a livello intestinale del calcio contenuto negli alimenti.
Eccesso di vitamina D e alimentazione
Le fonti alimentari di vitamina D ne contengono quantità minime ed è improbabile che possano incidere in modo significativo su valori eccessivi di questa sostanza. Se si verifica un suo eccesso ci sono alimenti che è meglio evitare di assumere per ripristinare livelli normali di vitamina D? Per esempio, potrebbe essere d’aiuto ridurre il consumo di cibi che contengono quote significative di vitamina D, tra cui pesci grassi, come salmone e tonno, fegato di manzo, latticini, tuorlo d’uovo, cioccolato, frutta secca, alcuni funghi e olio di fegato di merluzzo. Attenzione anche all’utilizzo di erbe aromatiche come rosmarino, basilico, prezzemolo, menta, timo, maggiorana e origano.
E, quando si fa la spesa, leggere bene le etichette, dato che in commercio si trovano cibi fortificati con vitamina D tra i quali latte e derivati, succo d’arancia, yogurt e cereali per la prima colazione.